Calvana: trekking alla scoperta di un borgo abbandonato

Oggi indosserò le vesti di un piccolo Urbex, dunque siete pronti ad avventurarvi sulla Calvana per un trekking alla scoperta di un borgo medioevale abbandonato? Anche questo luogo fa parte di questa passione che ormai ci ha travolte, il Dark Tourism.
I monti della Calvana si trovano al confine tra la provincia di Firenze, precisamente nel Comune di Calenzano, e la provincia di Prato.

Di luoghi abbandonati in Toscana ce ne sono davvero molti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Oggi ne abbiamo scelto uno abbinato ad un bellissimo percorso trekking sul Monte Calvana.
La giornata è fresca, il cielo è terso e di un bellissimo colore azzurro…
Siamo pronti per avventurarci in un sentiero che si snoda sui percorsi CAI n. 24 e 20, che da Prato ci porterà alla nostra meta. Si tratta di un borgo abbandonato sulle pendici della dorsale della Calvana.

Le “Urbex Amiche in Wanderust”, con un gruppo di amici sono pronte per partire.

In sole 5 ore andremo alla scoperta del paese fantasma di Cavagliano. Faremo pranzo nel bosco immersi nella natura, guardando uno dei panorami più belli della zona. Inoltre, scopriremo il passato del borgo e vedremo perfino i resti di una necropoli etrusca.
Tutto questo gratis e in totale relax! Niente male non trovate?

Però, prima di avventurarci in questo trekking sulla Calvana, ci teniamo a sottolinearne l’importanza dell’abbigliamento e dell’attrezzatura e di ciò che è necessario portare sempre dietro. Per maggiori informazioni clicca QUI.

Informazioni sul percorso trekking sulla Calvana

Panorama sulla Calvana

Ecco le informazioni sul percorso che affronteremo:

  • Punto di partenza: Prato coordinate “43.887440,11.124451” e percorso CAI 24 e 20;
  • Lunghezza: A.R. sono circa 11 km;
  • Tempo di Percorrenza: 5 ore compresa sosta per picnic;
  • Altitudine: 479 m s.l.m.;
  • Dislivello: 335 m;
  • Difficoltà: media**;
  • Andatura media: 28:46 km/h;
  • Periodo consigliato: sempre, eccetto in inverno inoltrato a meno che non sia attrezzati per la neve;
  • Cosa è importante sapere prima di partire: **prestare attenzione sia nella salita iniziale che nella discesa ciottolosa verso il Chiesino di Cavagliano. In inverno il percorso potrebbe essere innevato e ghiacciato mentre in estate è per la maggior parte esposto.

 Dopo una irta salita e terreno non sempre in buone condizioni, lasciamo l’auto alla fine della strada asfaltata (Via di Cavagliano) e partiamo per la nostra avventura.
Il punto di partenza è segnalato con un cartello direzionale “Borgo di Cavagliano” che corrisponde alle coordinate “43.887440,11.124451”.

Incominciamo a salire con gli utilissimi bastoncini da trekking.

Sulla nostra destra piccoli scorci su una bellissima Prato e inizio periferia di Firenze. Il Monte Calvana è una tra le vette più alte della zona. I primi insediamenti risalano all’età del Bronzo e si ipotizza fossero popolazioni Celtiche. Successivamente arrivarono gli Etruschi dei quali ancora oggi sono ben visibili alcuni resti che vedremo sulla strada di ritorno.
Fecero tappa qua anche Romani, Bizantini e i Longobardi. Insomma, una zona che evidentemente piaceva molto e come dargli torto! In questa dorsale il panorama e la vegetazione sono qualcosa di stupendo.
Grazie al tipo di terreno di tipo calcareo, nascoste sui monti della Calvana si trovano molte grotte! Magari nel prossimo percorso ne vedremo una, non prima però di aver avuto indicazioni ben attendibili da chi le ha già visitate.

La Calvana ieri e oggi

La dorsale della Calvana si estende per circa 25 km, scende dagli Appennini fino alla pianura pratese. Oggi questa altura è quasi deserta, ci vivono solo alcuni pastori sardi con i loro greggi e la loro attività produce un ottimo formaggio. Non mancano poi cacciatori ed escursionisti come noi.

Unica cosa che ci siamo chiesti è come facessero le popolazioni ad abitare in queste zone.

Così isolate, lontane dai centri abitati, senza strade battute. Specialmente in inverno quando la neve era abbondante e rendeva difficoltosi sia gli spostamenti e accudire gli animali!
Molti sono stati gli studi fatti per andare a ritroso nel tempo e riuscire a capire perché molti popoli si sono fermati in questo luogo, tra l’altro povero di acqua. Ad oggi non ci sono risposte precise e tutto rimane un mistero. Chissà cosa c’era in questa terra di tanto importante!

Una cosa curiosa che abbiamo notato lungo il percorso, nascosti tra arbusti e cespugli, sono molti muretti in pietra a secco o meglio ciò che ne rimane.

Chissà a cosa servivano, forse per definirei i confini di un villaggio o per delineare una zona sacra?
Avventurarsi per queste pendici è un vero toccasana, lontani dal grande caos e circondati da bellissimi paesaggi. Da un versante è ben visibile Firenze e dall’altro versante si ammira Prato che si estende verso la città di Pistoia!

Borgo di Cavagliano: il paese fantasma della Calvana

Resti del Borgo di Cavagliano sulla Calvana

Il percorso per arrivare al Borgo di Cavagliano è abbastanza lungo e non quale bisogna prestare anche un po’ di buon senso. Infatti, si passa da un versante all’altro della Calvana, percorrendo salite e discese. Si attraversano perfino aree dove è consigliato fare massima attenzione in quanto ci sono in libertà cani pastore di guardia al gregge. Evidentemente, i cani devono essere abituati ai passanti ed è sufficiente non dare loro attenzioni e proseguire senza fermarsi o avvicinarsi al gregge.

Le fatiche però sono ripagate quando dalla fitta vegetazione si intravedono i ruderi del borgo medioevale di Cavagliano.

Finalmente, siamo arrivati alla nostra meta e adesso ci avventuriamo alla scoperta di questo paese fantasma. All’inizio del borgo si trova una sbarra, passiamo lateralmente ed entriamo. Qui, eccetto qualche latrato in lontananza dei cani incontrati poco prima, regna il silenzio. Si sentono solo i rumori dei nostri passi tra le rovine.

Ossa abbandonate

Perché il Borgo di Cavagliano è stato abbandonato?

Questo paese è stato abitato fino agli anni ‘50 e sorge spontaneo chiedersi: “perché è stato abbandonato?”. Dopo avervi illustrato il percorso e il luogo in cui si trova, la risposta forse è alquanto scontata. Gli abitanti, per consentire un futuro migliore ai propri figli, hanno deciso di spostarsi dai monti della Calvana verso i centri abitati in pianura. Qui stavano nascendo sempre più numerose le fabbriche che hanno dato loro un’opportunità diversa di lavoro. Molto meno dura, ma pur sempre molto faticosa.
Inevitabile non fantasticare davanti a queste rovine ed immaginarsi la vita di allora. Le case del borgo di Cavagliano non sono molte e attualmente la loro caratteristica principale è la presenza di alberi all’interno degli abitati.

La Chiesa di San Biagio

Resti della Chiesa di San Biagio sulla Calvana

I resti dell’antica chiesa di San Biagio presente già in alcune mappe del 1584, è senza ombra di dubbio la struttura più affascinante del posto. Ormai è ridotta a ruderi, ma è sempre molto imponente. Si trova poco distante dal borgo e per raggiungerla c’è un piccolo sentiero pieno di arbusti ed alberi, sembra quasi uno strano labirinto.
Appena si arriva davanti alle rovine della chiesa, si rimane immobili a bocca aperta ad osservare la parete esterna. Con il contrasto del cielo azzurro è davvero un bel vedere. Da questo sagrato, in alto sulla Calvana, si gode di una vista meravigliosa verso la piana fiorentina.

Il tetto è crollato e sono rimaste in piedi solo le pareti esterne, ma sono estremamente pericolanti.

Entriamo al suo interno e d’istinto alziamo lo sguardo all’insù, sopra di noi tanto azzurro!  Chissà quanto doveva essere graziosa a suo tempo!?
Per qualche momento mi è sembrato quasi di essere all’interno dell’Abbazia di San Galgano. L’abbazia diventata famosa per la mancanza di porte e soffitto oltre che per la storia della spada nella roccia.
Abbiamo visitato anche questo luogo e ne parliamo nel nostro articolo Abbazia di San Galgano: il luogo più suggestivo e misterioso della Toscana.

Interno della Chiesa di San Biagio

Il campanile è a vela in quanto presenta più punti luce dove prima si trovavano due campane. Dal retro si riesce ancora a identificare la struttura a abside, cioè a pianta semicircolare, coperta da una volta, detta conca, dalla forma di una semicupola. Adiacente alla chiesa ci sono altre strutture.

Massima attenzione al pavimento in alcuni punti è molto fatiscente e franoso.

Ci sono poi delle scalette che portano ad alcune stanze al piano inferiore, ma proprio in quel punto il pavimento della chiesa è crollato e non si possono raggiungere.
Nelle vicinanze alla chiesa si trova un piccolissimo cimitero dalle misure poco più grandi di una stanza. Abbiamo scoperto dalle lapidi che l’ultima persona che è stata sepolta qui è stato un neonato.

Rudere abbandonato

Le abitazioni abbandonate del Borgo di Cavagliano

Resti del Borgo di Cavagliano sulla Calvana

I resti delle poche abitazioni rimaste sono decadenti, ma dal medioevo alcune mura resistono ancora oggi. Alcune sono di linee molto eleganti e sicuramente erano case padronali.
Dentro alcune case oggi ci sono alberi che nel crescere si sono fatti spazio abbattendo i pochi muri rimasti.
Un po’ inquietante è stato trovare lungo il sentiero, resti di ossa di animale. Per lo meno lo si presume dalla forma dei crani, delle mandibole e dei denti.

Visitato il paese e scrutato ogni angolo, ripartiamo e torniamo indietro, continuando il nostro trekking sulla Calvana. Arrivati in un grande spazio pianeggiante imbocchiamo il percorso CAI 24 e ci dirigiamo a vedere la Cappella di Cavagliano.

La Cappella di Cavagliano

Cappella di Cavagliano

Una ripida e ciottolosa discesa ci porta alla Cappella di Cavagliano, chiamata anche “Chiesino di Cavagliano”. Qui dal 1986, ogni anno in occasione della Vigilia di Natale, si tiene una fiaccolata e a seguire la messa di mezzanotte. Per l’occasione lungo il sentiero vengono poste delle fiaccole per illuminare il sentiero alle persone che vogliono raggiungere la Cappella. Molto suggestivo!
Questa piccola Cappella era presente già nel Duecento, lungo la via medioevale sulla Calvana, come luogo di sosta e di preghiera per i pellegrini. Venne ristrutturata nel Settecento e durante la Seconda Guerra Mondiale fu gravemente danneggiata e abbandonata.
Nel 1985 furano eseguiti lavori di ristrutturazione che permisero il recupero di questa storico luogo di culto.
Abbiamo fatto sosta in questo posto per fare merenda e riposarci un po’ per poi proseguire alla ricerca della necropoli etrusca.

Panorama sulla Piana Fiorentina

Necropoli etrusca

Necropoli Etrusca sulla Calvana

Continuiamo il nostro trekking sulla Calvana e seguiamo le indicazioni per la necropoli etrusca. Entriamo nel bosco dove si trovano sparse cinque tombe etrusche. Alcune sono più larghe, altre invece più profonde mentre altre ancora sono più piccole risalgono al IV e III secolo.

Strano vedere una necropoli etrusca a più di 300 metri s.l.m.

Siamo in località Lastruccia e questa necropoli è stata scoperta nei primi anni 2000. Si tratta di un’area archeologica certificata a tutti gli effetti.
Perché queste tombe si trovano proprio in questo luogo?
In antichità questa zona era molto frequentata. Infatti, proprio da qua passava la “strada del ferro” che dall’Isola d’Elba arrivava fino a Comacchio, ideata per trasportare materiale ferroso. Gli antichi sceglievano questo tragitto tra i monti per evitare assalti e furti.
Intorno a questa necropoli si snoda un percorso trekking chiamato “L’anello degli etruschi”.

Piccola curiosità:

Nel corso del secolo precedente la Calvana è arrivata anche sui TG nazionali per vicende di cronaca nera. Ricordate il sequestro di un noto imprenditore bresciano (del quale preferiamo non fare il nome) a scopo di estorsione con richiesta di riscatto? L’imprenditore era nascosto proprio su questi monti.

Vi racconterò anche un piccolo aneddoto.
Io abito in periferia di Firenze e dalle finestre di casa mia si ammira il Monte Calvana In tutta la sua maestosità. Nelle settimane precedenti la liberazione dell’imprenditore, in un vasto spazio erboso davanti casa, atterrò più volte un elicottero della Polizia di Stato. Eravamo tutti increduli e pensavamo fossero delle esercitazioni. Ben presto abbiamo collegato il tutto al sequestro. Fortunatamente la vicenda si concluse nel migliore dei modi anche se all’imprenditore durante la prigionia gli fu tagliato una parte di orecchio.

E’ stata una giornata ricca di emozioni.

A tratti abbiamo avuto il fiatone nel percorrere le salite per raggiungere il borgo fantasma. Posso concludere però, che la Calvana è una terra ricca di storia e di tesori spesso ben nascosti. Sono tanti i misteri che si trovano qua e come tali rimarranno! Forse il fascino di questo posto è anche questo.
Se capitate in visita a Firenze, non perdetevi questo percorso trekking sulla Calvana!

Se ti piacciono i trekking allora non perderti, poco distante dall’Abetone, il Trekking Lago Scaffaiolo: come arrivare dalla Doganaccia sul sentiero 66 CAI.

Rudere abbandonato sulla Calvana

Ilaria

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